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 Mappa del Sannio ::
 
  Venerdì, 21 Gennaio 2011 - 20:22 :: 81589 Letture


Tratto da: E.T. SALMON - Il Sannio ed i Sanniti - Einaudi Editore - Torino 1985

La difesa dei confini territoriali del Sannio è la priorità per ogni cittadino Sannita.





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Commenti
N° 1748 - giuseppe ha scritto::
Feb-’18
21

EVENTI TOSCANA 25 Febbraio “Visite al laboratorio di restauro del cranio di Mammuthus meridionalis” Sarà possibile visitare il resto fossile di elefante e avere particolari circa lo scavo e il restauro 25 febbraio 2018 Montevarchi – Museo Paleontologico Info: Tel. 055.981227 www.museopaleontologicomontevarchi.it Fonte Archeologia Viva
N° 1753 - giuseppe ha scritto::
Feb-’18
28

RITROVATO SIGILLO DI ISAIA? Durante alcuni scavi è stato rinvenuto un sigillo in argilla di 2.700 anni fa che potrebbe recare la dicitura "Di proprietà del profeta Isaia": se fosse così, sarebbe il primo riferimento a Isaia al di fuori della Bibbia Il sigillo in argilla danneggiato di 2.700 anni fa, scoperto in un’antica fossa dell’età del ferro a Gerusalemme, potrebbe recare il nome del profeta biblico Isaia. Secondo un nuovo articolo pubblicato su Biblical Archaeology Review, un sigillo in argilla dell'IIX secolo a. C. scoperto nel corso di uno scavo a Gerusalemme potrebbe recare il nome del profeta biblico Isaia. L'autrice dell'articolo "È la firma del profeta Isaia?" (Is This the Prophet Isaiah's Signature?), l'archeologa Eilat Mazar, suggerisce che la scrittura in ebraico antico impressa nel sigillo ovale danneggiato grande più di un centimetro, potrebbe un tempo avere avuto il significato di "Di proprietà del profeta Isaia". Se l'interpretazione dei caratteri impressi sul sigillo di 2.700 anni fa fosse corretta, si tratterebbe del primo riferimento a Isaia al di fuori della Bibbia. Il profeta ebreo viene descritto come consigliere di Ezechia, re del regno di Giuda, che regnò dalla fine dell'IIX secolo agli inizi del IIIX secolo a. C. Il sigillo in argilla (bulla, in latino) è stato rinvenuto durante gli scavi condotti da Mazar nel 2009 nella zona di Ophel, alla base del muro meridionale del Monte del Tempio di Gerusalemme (in arabo, Haram al-Sharif), assieme ad altri 34 sigilli. Questi erano stati recuperati da piccole fosse risalenti all'età del ferro (1.200-586 a. C.), al di fuori del muro del Tempio, utilizzato per la fornitura di prodotti da forno alla corte reale, che fu raso al suolo dai babilonesi nel 586 a. C durante la distruzione di Gerusalemme. Il profeta Isaia Sul sigillo è impressa un'iscrizione in antico ebraico contenente il nome Yesha'yah[u], il nome Isaia in ebraico, seguito dalla parola nvy. Essendo il sigillo danneggiato in corrispondenza della parola nvy, l'archeologa suggerisce che l'iscrizione potrebbe contenere dell'altro. Se a seguito di nvy era presente la lettera ebraica aleph, il risultato sarebbe il termine "profeta", e dunque è possibile che il sigillo riportasse la dicitura "Di proprietà del profeta Isaia". Secondo l'archeologa, ad avvalorare questa interpretazione ci sarebbe il contesto archeologico nel quale il sigillo è stato scoperto. Nel 2015, molte testate a livello internazionale avevano diffuso la notizia del rinvenimento, nel corso degli scavi di Ophel, di un sigillo di argilla appartenente al re Ezechia. Secondo il nuovo articolo, il sigillo di Isaia è stato trovato a soli tre metri da quello di Ezechia, durante lo stesso scavo compiuto nel 2009. La bulla in argilla con il sigillo del re Ezechia è stata rinvenuto nella stessa area di scavo a soli tre metri di distanza da quello che si suppone essere quello di Isaia. Fotografia di Ouria Tadmor/Eilat Mazar La stretta relazione fra il profeta e il re, che trova fondamento nella Bibbia, insieme alla vicinanza dei due ritrovamenti "sembra lasciare aperta la possibilità che, nonostante le difficoltà derivanti dal danneggiamento della bulla, si tratti del sigillo su cui è impresso il nome del profeta Isaia, consigliere del re Ezechia", spiega Mazar. Ostacoli insormontabili? Per quanto affascinante possa essere questa interpretazione, Mazar ammette la presenza di alcuni "importanti ostacoli" nell'identificazione del sigillo, riguardanti soprattutto la parola nvy. Senza la lettera aleph alla fine, nvy può essere probabilmente ricondotta a un semplice nome di persona (spesso si tratta del nome del padre) o di luogo (quello di provenienza della persona in oggetto). Christopher Rollston, docente di Lingue semitiche alla George Washington University concorda sulle possibili criticità derivanti dall'interpretazione di nvy. "La lettera aleph è di fondamentale importanza per confermare che la seconda parola dell'iscrizione è 'profeta'. Ma sulla bulla non si legge nessuna aleph e dunque quell'interpretazione non può essere confermata", dichiara. I ricercatori suggeriscono che la parte danneggiata del sigillo potrebbe avere in origine riportato i caratteri ebraici vav e h, nel registro medio, e aleph nel basso registro (in blu, le parti di testo ricostruite). La dicitura completa impressa sul sigillo sarebbe dunque “Di proprietà del profeta Isaia”. Illustrazione di Ouria Tadmor / Eilat Mazar Inoltre, come osserva Rollston, manca l'articolo determinativo h. E nella maggior parte dei riferimenti biblici, i titoli sono preceduti dall'articolo (si trova 'il profeta', piuttosto che semplicemente 'profeta'). "In sintesi, se la parola fosse 'profeta', sarebbe dovuta essere preceduta da 'il', come nell'espressione 'il profeta Isaia'", puntualizza. Tuttavia, secondo Mazar, la mancanza dell'articolo determinativo è un problema che riguarda l'interpretazione del sigillo, suggerendo che l'articolo potrebbe essere stato presente in origine in una parte danneggiata sopra la parola nvy o, citando altri esempi archeologici e della letteratura, potrebbe semplicemente non esserci stato. Inoltre, come nota Rollston, la radice ebraica yš' si ritrova non sono in Isaia il profeta, ma in quasi venti personaggi diversi della Bibbia. "C'erano molte persone con il nome Isaia o nomi simili costituiti dalla stessa identica radice", osserva. E se la parola nvy costituisse parte del nome del padre di qualcuno, di certo quel qualcuno non sarebbe il profeta, il cui padre, secondo la Bibbia, era Amoz. L'eventuale scoperta di manufatti associati sia al re Ezechia, sia a Isaia - il profeta biblico che consigliò il re durante il tumultuoso periodo successivo alla conquista assira del Regno di Israele e alla continua minaccia del Regno di Giuda, a sud - "rappresenterebbe un'eccezionale opportunità per conoscere in modo approfondito questo momento specifico della storia di Gerusalemme", dichiara Mazar. "Naturalmente, l'ipotesi che quello rinvenuto sia il sigillo del profeta Isaia è allettante, ma non è ancora possibile affermarlo con certezza", conclude Rollston. Fonte National Geographic
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