Menu principale



Preview Foto



Articoli inseriti



Login utente

Utente
Password
Ricordami

Non hai ancora un profilo? Puoi crearne uno cliccando qui.



Lista utenti


riservato ad utenti registrati


Cerca



On-line

Abbiamo
8 ospiti e
0 utenti online

Sei un utente non registrato. Puoi fare il login qui o puoi registrarti cliccando qui.



 




 Escursione alla Grotta del Diavolo o Grotta di Mezzogiorno ::
 
  Sabato, 02 Aprile 2011 - 17:32 :: 132109 Letture

Il resoconto della escursione compiuta il 13 marzo u.s.  (continua)

E’ una nuvolosa giornata invernale, la pioggia incombe, cerchiamo di contattare uno del gruppo; manca, lo ritroveremo più avanti*. La collina è sempre verdeggiante, come le montagne circostanti e degrada verso una ampia pianura ricca di corsi d’acqua. Siamo in appennino centro meridionale, in lontananza si  scorgono delle chiazze bianche, stavolta di neve, non è strano. Gli inverni sono da noi piuttosto rigidi e non è difficile trovare sulla parte alta dei rilievi chiazze di neve sino a tarda primavera.

E’ il 13 marzo 2011 ed iniziamo a ripercorrere a ritroso nel tempo la nostra storia. Novelli Benjamin Button, ci inerpichiamo per la moderna S.P.331 in direzione Castello del Matese, attraversando in un colpo solo duemilacinquecento anni di storia. La moderna cittadina di Piedimonte Matese è sotto di noi, sulla parte alta il borgo medioevale. Sul Cila i poligonali dei Pentri rievocano il ricordo della Allifae sannitica. Attraversiamo l’abitato di Castello del Matese ed anche qui ai piedi della torre risalta la stratificazione sannitica (del basamento), medievale (della parte superiore e delle torri), indi gli abitati della nostra contemporaneità (articolo intero)

Share |

 
 

Commenti
N° 4810 - giuseppe ha scritto::
Ott-’24
20

PREISTORIA A FIRENZE 24/26 OTTOBRE “RISCHIO E RISORSA. LA RISPOSTA DELLE COMUNITA' PREISTORICHE ALLE SFIDE AMBIENTALI” Giornate di studi 24 – 26 ottobre 2024 Firenze – Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Firenze info: www.iipp.it.
N° 4847 - giuseppe ha scritto::
Dic-’24
19

L'alfabeto più antico del mondo Sono dei piccoli cilindri in argilla, della lunghezza di un dito, e sopra hanno incisa una remota scrittura alfa- betica. Li ha scoperti in una tomba una spedizione della Johns Hopkins Univer- sity di Baltimora che lavora da 16 anni a Tell Umm - el Marra, un sito archeo- logico della Siria occidentale. Se il ritrovamento venisse confermato si tratterebbe di una delle più antiche scritture alfabetiche dell'umanità, le rilevazioni al carbonio-14 conducono, infatti, ad una datazione intorno al 2400 a.C.,più o meno cinque secoli pri- ma delle scritture conosciute. "Gli alfabeti hanno rivoluzionato la scrittura - dice Glenn Schwartz, che guida le ricerche - e l'hanno resa ac- cessibile a persone fuori della fami- glia reale e della élite sociale. Questa nuova scoperta dimostra che le persone stavano sperimentando nuove tecnologie di comunicazione molto prima e in un luogo diverso da quello che avevamo immaginato fino ad ora". Finora, si riteneva che l'origine fosse nell'Egitto del 1900 a. C. Fonte RAI
N° 4871 - giuseppe ha scritto::
Gen-’25
25

LE ORIGINI DEL PANE I resti carbonizzati nel focolare di un sito archeologico in Giordania forniscono le prime prove che si facesse il pane, con farine di cereali selvatici, ancora prima dell'inizio dell'agricoltura. Quattordicimila anni fa, e quattro millenni prima dell'inizio dell'agricoltura, si faceva già il pane. Un gruppo di archeologi ha fatto questa scoperta sorprendente durante gli scavi in un sito nel nord del Giordania, dove vivevano cacciatori-raccoglitori di epoca Paleolitica. Le origini del pane, uno dei prodotti alimentari più consumati nel mondo, sono avvolte nel mistero. La teoria più accreditata vuole che l'attività sia andata di pari passo con l'inizio dell'agricoltura, quando alcune comunità di uomini, divenuti stanziali, hanno iniziato la coltivazione dei cereali. Era stata fatta l'ipotesi che anche i cacciatori-raccoglitori del Paleolitico abbiano utilizzato i cereali selvatici, poi domesticati per l'uso agricolo, per ricavare farine e produrre prodotti simili al pane. Non si erano però mai trovate prove a sostegno di questa ipotesi. Antiche briciole. Nel sito di Shubayqa 1, nella regione nord-orientale della Giordania, alcuni resti carbonizzati trovati in un focolare si sono rivelati, alle analisi, proprio briciole di impasto di pane. Questi antichissimi frammenti hanno consentito a un gruppo di ricercatori dell'Università di Copenaghen, di Cambridge e dello University College di Londra, di ricostruire la complessa catena produttiva apparentemente messa in piedi da questi fornai preistorici. Il sito giordano ha riportato alla luce tracce tra le più antiche della cultura natufiana: queste comunità costruivano piccoli villaggi, utilizzati come campi-base dove gli abitanti, che si dedicano alla caccia e alla raccolta muovendosi sul territorio, tornavano periodicamente. Nel sito, il cui scavo è iniziato negli anni Novanta, sono presenti due edifici sovrapposti, di età diverse, datati da circa 14.000 a circa 11.000 anni fa. In quello inferiore, il più antico, oltre a numerosi strumenti di pietra per macinare, è venuto alla luce un focolare il cui contenuto, sepolto, è rimasto intatto dopo l'ultimo utilizzo. Cibo comune o rara prelibatezza? I ricercatori hanno identificato resti di piante erbacee, di piccoli legumi come fieno greco e astragalo, e di cereali selvatici, grano (Triticum boeoticum), orzo e avena, e oltre 600 resti macroscopici di cibo carbonizzato. Tra questi, 24 frammenti di 4-5 millimetri, spessi circa 2, con la tipica struttura "a bolle" che si ottiene mischiando, impastando e cuocendo farina e acqua. In pratica, briciole. Le analisi suggeriscono che queste pagnotte preistoriche, probabilmente piatte come focacce non lievitate (dato lo scarso sviluppo in altezza), e simili a quelle identificate in altri siti di età neolitica o romana, erano fatte di farina di cereali selvatici, un grano che è l'antenato del grano monococco domesticato, segale, miglio, avena, setaria (graminacee). È probabile che l'impasto venisse cotto nelle ceneri del camino o su pietre calde. Che ruolo aveva questo pane nella dieta di queste comunità preistoriche? Era un cibo abituale sulla tavola o una rara concessione? Molto difficile dirlo. Il fatto che i resti di pane siano stati trovati nei due focolari appena prima che il sito fosse abbandonato, suggerisce che gli antichi abitanti potrebbero averlo preparato come scorta di cibo in vista della partenza. Ma è anche possibile che il pane di quei tempi fosse un prodotto per le occasioni speciali, data la lunga e complessa procedura per realizzarlo, dallo sgranare i cereali al macinarli, fino all'impastarlo e cuocerlo. Potrebbe anche essere, ipotizzano i ricercatori, che proprio la volontà di fabbricare più facilmente questa nutriente "delizia" sia stata una delle molle che ha spinto alla domesticazione e alla coltivazione dei cereali. Se fosse così, allora l'agricoltura sarebbe nata per avere sempre a disposizione il pane. FONTE FOCUS
Stampa tutti i commenti
Pagina precedente Prossima pagina
Spiacenti, ma solo gli utenti registrati possono pubblicare dei commenti
Non sei ancora registrato?
La registrazione è gratuita e necessita solo di qualche minuto.
Per altre informazioni cliccate qui -Password dimenticata? cliccate qui.





Sito ufficiale. Tutti i diritti sono riservati. Tutto il materiale puo essere utilizzato specificandone la fonte di prevenienza.

Per contatti : info@cuoresannita.it