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Sabato, 02 Aprile 2011 - 17:32 :: 97361 Letture
Il resoconto della escursione compiuta il 13 marzo u.s. (continua)
E’ una nuvolosa giornata invernale, la pioggia incombe, cerchiamo di contattare uno del gruppo; manca, lo ritroveremo più avanti*. La collina è sempre verdeggiante, come le montagne circostanti e degrada verso una ampia pianura ricca di corsi d’acqua. Siamo in appennino centro meridionale, in lontananza si scorgono delle chiazze bianche, stavolta di neve, non è strano. Gli inverni sono da noi piuttosto rigidi e non è difficile trovare sulla parte alta dei rilievi chiazze di neve sino a tarda primavera.
E’ il 13 marzo 2011 ed iniziamo a ripercorrere a ritroso nel tempo la nostra storia. Novelli Benjamin Button, ci inerpichiamo per la moderna S.P.331 in direzione Castello del Matese, attraversando in un colpo solo duemilacinquecento anni di storia. La moderna cittadina di Piedimonte Matese è sotto di noi, sulla parte alta il borgo medioevale. Sul Cila i poligonali dei Pentri rievocano il ricordo della Allifae sannitica. Attraversiamo l’abitato di Castello del Matese ed anche qui ai piedi della torre risalta la stratificazione sannitica (del basamento), medievale (della parte superiore e delle torri), indi gli abitati della nostra contemporaneità (articolo intero)
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CIBI ANTICHI ASPARAGO La sua coltivazione è vecchia quanto la civiltà mesopotamica. La parte comme stibile è il cosiddetto "turione", cioè il germoglio sviluppatosi da una coria- cea radice sotterranea. Può essere verde, bianco o viola, in dipendenza sia dalla varietà che dalla tecnica di coltivazione. I turioni bianchi, ad esempio, possono essere tali sia per caratteristica varietale, sia per un effetto di sbiancamento ottenuto impe- dendo la sintesi clorofilliana (di so- lito con un rincalzo di terreno intorno ai turioni). Fonte RAI
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