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 Escursione alla Grotta del Diavolo o Grotta di Mezzogiorno del 13 marzo 2011 ::
 
  Sabato, 02 Aprile 2011 - 17:32 :: 97111 Letture

Il resoconto della escursione compiuta il 13 marzo u.s.  (continua)

E’ una nuvolosa giornata invernale, la pioggia incombe, cerchiamo di contattare uno del gruppo; manca, lo ritroveremo più avanti*. La collina è sempre verdeggiante, come le montagne circostanti e degrada verso una ampia pianura ricca di corsi d’acqua. Siamo in appennino centro meridionale, in lontananza si  scorgono delle chiazze bianche, stavolta di neve, non è strano. Gli inverni sono da noi piuttosto rigidi e non è difficile trovare sulla parte alta dei rilievi chiazze di neve sino a tarda primavera.

E’ il 13 marzo 2011 ed iniziamo a ripercorrere a ritroso nel tempo la nostra storia. Novelli Benjamin Button, ci inerpichiamo per la moderna S.P.331 in direzione Castello del Matese, attraversando in un colpo solo duemilacinquecento anni di storia. La moderna cittadina di Piedimonte Matese è sotto di noi, sulla parte alta il borgo medioevale. Sul Cila i poligonali dei Pentri rievocano il ricordo della Allifae sannitica. Attraversiamo l’abitato di Castello del Matese ed anche qui ai piedi della torre risalta la stratificazione sannitica (del basamento), medievale (della parte superiore e delle torri), indi gli abitati della nostra contemporaneità (articolo intero)

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Commenti
N° 366 - giuseppe ha scritto::
Ago-’14
21

MONDEVAL DE SORA: GLI ULTIMI CACCIATORI PREISTORICI. Nel cuore delle Dolomiti Bellunesi un grande masso erratico ha conservato le testimonianze dei gruppi di cacciatori-raccoglitori che durante il Mesolitico si spingevano sulle alte quote per le stagionali battute di caccia Di uno di questi uomini è stata ritrovata la sepoltura intatta espressione di un culto dei morti che aveva già raggiunto una complessa ritualità.Sono trascorsi quasi trentA anni dalla scoperta del sito preistorico di Mondeval de Sora, nel territorio di San Vito di Cadore (Dolomiti Bellunesi), avvenuta grazie all'attività di ricerca di uno studioso locale autodidatta, Vittorino Cazzetta, a cui si deve anche il riconoscimento, nella stessa area montana, alle pendici del monte Pelmetto nei pressi di Forcella Staulanza, di un parete rocciosa con orme di dinosauri. Già nel 1987, l'anno successivo all'inizio delle ricerche, fu individuata a Mondeval la sepoltura di un cacciatore mesolitico, la più ricca che oggi si conosca nella Penisola per questo periodo, datata a più di ottomila anni fa. A tale ritrovamento Archeologia Viva dedicò un articolo proprio sul primo numero della nuova serie (AV n. 1, 1988), con un'immagine che ricostruiva il rito funerario della sepoltura stessa. Quella che presentiamo ora è una ricostruzione aggiornata, realizzata per il rinnovato Museo della Val Fiorentina "Vittorino Cazzetta".Fra i numerosi ritrovamenti mesolitici in quota noti in quest'area, quello di Mondeval è sicuramente eccezionale per lo stato di conservazione dei reperti. Anche la collocazione appare straordinaria, per quanto di luoghi fuori dal comune le Dolomiti, da poco divenute patrimonio Unesco, siano ricchissime. Il sito si trova nell'alta valle del Cordevole (subaffluente del Piave), a un'altitudine di circa 2150 metri, al centro di un'ampia conca circondata da imponenti rilievi: dalle pareti dolomitiche dei Lastoni di Formin e del Becco di Mezzodì alle cime ondulate e verdeggianti del Cernera e del Corvo Alto. Fonte Archeologia Viva
N° 367 - giuseppe ha scritto::
Ago-’14
21

Scoperte due antiche città Maya in una giungla del Messico. Alcuni archeologi hanno rinvenuto due antiche città in una foresta nello stato di Campeche nella penisola dello Yucatan in Messico. Nuovi misteri dunque riguardanti la civiltà dei Maya che continua ad affascinare il mondo; scopriamone di più.Queste due città sono rimaste “sepolte” dalla vegetazione per molti anni, ma fortunatamente un gruppo di archeologi dell’America centrale è riuscito a scovarle. Ivan Sprajc, il capo della spedizione, ha affermato che è stato possibile rinvenire queste città grazie all’aiuto di alcune fotografie aeree. Queste città si trovano nelle vicinanze di Chactun, un’altra città Maya scoperta sempre da Sprajc nel 2013.Durante il sopralluogo è stato rinvenuta anche un’enorme facciata con l’ingresso impostato nelle fauci di pietra di un mostro. Eric Von Euw, un archeologo americano, negli anni ’70 documentò la presenza delle facciate e di altre parti di questa città, coniando il nome “Lagunita”. Von Euw non riuscì però a registrare l’esatta posizione della città eLe illustrazioni di Eric Von Euw sono state però molto utili per confrontare la facciata scoperta dai ricercatori e scoprire che si trattava dello stesso sito, dunque di “Lagunita”. Secondo Sprajc la divinità Maya raffigurata nella facciata sarebbe da associare alla fertilità. Questi portali simboleggiano l’ingresso di una grotta al mondo sotterraneo acquoso. Le scoperte non finiscono qua perché accanto alla facciata il team ha individuato alcuni edifici del palazzo che circondano quattro piazze, un campo da palla ed una piramide di 65 metri di altezza. Alcune incisioni sulle pietre risalirebbero al 29 novembre a.C 711. quindi non fu in grado di ritrovarla.La seconda città scoperta è stata ribattezzata con il nome di Tamchen, ovvero “pozzo profondo” nel linguaggio Maya e chiaramente il nome è stato dato per la presenza di innumerevoli sotterranei installati per raccogliere l’acqua piovana.Tamchen è molto simile a Lagunita per la presenza di un grande tempio piramidale ed alcune piazze fiancheggiate da edifici. Tamchen potrebbe risalire al 300 a.C. ma su questo non ci sono ancora certezze.
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