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 Escursione alla Grotta del Diavolo o Grotta di Mezzogiorno del 13 marzo 2011 ::
 
  Sabato, 02 Aprile 2011 - 17:32 :: 97324 Letture

Il resoconto della escursione compiuta il 13 marzo u.s.  (continua)

E’ una nuvolosa giornata invernale, la pioggia incombe, cerchiamo di contattare uno del gruppo; manca, lo ritroveremo più avanti*. La collina è sempre verdeggiante, come le montagne circostanti e degrada verso una ampia pianura ricca di corsi d’acqua. Siamo in appennino centro meridionale, in lontananza si  scorgono delle chiazze bianche, stavolta di neve, non è strano. Gli inverni sono da noi piuttosto rigidi e non è difficile trovare sulla parte alta dei rilievi chiazze di neve sino a tarda primavera.

E’ il 13 marzo 2011 ed iniziamo a ripercorrere a ritroso nel tempo la nostra storia. Novelli Benjamin Button, ci inerpichiamo per la moderna S.P.331 in direzione Castello del Matese, attraversando in un colpo solo duemilacinquecento anni di storia. La moderna cittadina di Piedimonte Matese è sotto di noi, sulla parte alta il borgo medioevale. Sul Cila i poligonali dei Pentri rievocano il ricordo della Allifae sannitica. Attraversiamo l’abitato di Castello del Matese ed anche qui ai piedi della torre risalta la stratificazione sannitica (del basamento), medievale (della parte superiore e delle torri), indi gli abitati della nostra contemporaneità (articolo intero)

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Commenti
N° 662 - giuseppe ha scritto::
Mag-’15
22

La maggior parte degli uomini europei discende dai tre ceppi comuni dell’età del bronzo. Gli Europei discendono da un gruppo di ‘maschi dominanti’ dell’Età del Bronzo. Quasi due su tre, ossia il 64% degli europei moderni deriva da questi antenati. Lo hanno rivelato le tracce genetiche del cromosoma Y, che viene trasmesso solo di padre in figlio, a partire da 334 uomini di 17 Paesi. Pubblicato su Nature Communications, il risultato si deve al gruppo coordinato dall’italiana Chiara Batini, dell’università britannica di Leicester. Lo studio è stato possibile grazie a una nuova tecnica che ha permesso di risalire indietro nel tempo di migliaia di anni. Il metodo che usato per generare i dati fa parte delle tecniche Next Generation Sequencing, che si sono diffuse moltissimo nel corso degli ultimi cinque anni, grazie al fatto che permettono di sequenziare molte più regioni del genoma (o addirittura genomi umani completi) in molto meno tempo rispetto al sequenziamento del Dna tradizionale. E’ la prima volta che una ricerca si concentra su questo periodo. Ricerche precedenti avevano esaminato la percentuale di europei moderni nell’epoca della transizione da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori, avvenuta circa 10.000 anni fa. L’età del bronzo La moderna popolazione europea sembrerebbe quindi discendere proprio da questa espansione della popolazione maschile, collocata in un momento di passaggio cruciale nella storia della civiltà umana: fu questa, infatti, l’epoca in cui si registrarono significativi mutamenti nelle pratiche di sepoltura, in cui si diffuse sempre più la pratica della domesticazione dei cavalli e in cui lo sviluppo della metallurgia portò alla fabbricazione di nuovi utensili ed armi. Un periodo del quale è la complessità culturale la cifra caratteristica, fatto che rende ancor più difficile stabilire un collegamento certo tra uno specifico evento e lo sviluppo demografico: tuttavia i ricercatori si dicono fiduciosi nella possibilità di comprendere come e quando accadde qualcosa di determinante per innescare questo processo, sempre attraverso ulteriori indagini sul cromosoma Y. “Data la complessità culturale dell’età del bronzo, è difficile collegare un evento specifico con la crescita della popolazione” riconosce Chiara Batini (a sinistra), ricercatore presso il Dipartimento di Genetica dell’Università di Leicester e autore principale dello studio. Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori hanno analizzato i cromosomi Y di 334 uomini, distribuiti in 17 popolazioni europee, compresa la Turchia e la Palestina. In Spagna, i campioni provenivano dal centro della penisola e dal Paese Basco,Grecia, Serbia, Ungheria, Germania (Baviera), Paesi Bassi (Frisia), Danimarca, Norvegia, Italia (Toscana), Finlandia (Sami), Inghilterra (Herefordshire e Worcestershire), Isole Orkney e Irlanda sono le altre regioni analizzate. Fonte LASTORIAVIVA.IT
N° 663 - giuseppe ha scritto::
Mag-’15
22

POLONIA: UN TUMULO IN PERFETTO STATO DI 4 MILA ANNI FA. Grazie alla tecnologia Lidar, un gruppo di ricercatori ha portato alla luce una tumulo dell'età del bronzo in una foresta nel sud-est della Polonia. Secondo gli studiosi, è la prima struttura di questo tipo mai trovata nella Polonia meridionale. Cinque ricche sepolture e un focolaio usato come cucina da campo durante la prima guerra mondiale: queste le scoperte connesse al tumulo portato alla luce da una squadra di archeologi guidata dal dottor Piotr Wlodarczak dell’Istituto di Archeologia e Etnologia di Cracovia. L’antico tumulo, che secondo i ricercatori risale al 3° o al 2° millennio a.C., era sfuggito all’attenzione dei ricercatori a causa della sua posizione nella fitta foresta polacca. Solitamente, gli archeologi esplorano aree utilizzate anticamente per la coltivazione, dove è molto più facile individuare frammenti di ceramica o strumenti di pietra. Questa volta, gli archeologi hanno avuto il supporto della tecnologia moderna, utilizzando quello che ormai sta diventando uno strumento comune nella ricerca archeologica: il Lidar (Light Detection and Ranging). Questa tecnica di telerilevamento attivo utilizza un dispositivo che emette impulsi laser in direzione della superficie terrestre, i quali, una volta riflessi, ritornano al ricevitori fornendo una mappa precisa del suolo. Ciò permette di individuare antiche strutture artificiali, tra cui i tumuli. «È importante sottolineare che questo tumulo è la prima struttura nota di questo tipo trovata in tutta Malopolska (Piccola Polonia, una delle regioni storiche della Polonia, che forma la parte meridionale del Paese)», spiega il professor Wlodarczak sul sito di Science & Scholarship in Poland. All’interno del tumulo, il quale misura un diametro di circa 13 metri, gli archeologi hanno scoperto quattro tombe appartenenti ad una comunità i cui resti materiali sono catalogati dagli esperti come appartenenti alla cultura Strzyżów.«Il rito della sepoltura è leggermente diverso a quello praticato nel periodo precedente, il tardo Neolitico», spiega Wlodarczak. «Il tumulo, infatti, non contiene la tomba di una persona importante, ma un gruppo di sepolture». Tutte le sepolture sono disposte intorno, e comunque nella parte centrale della collina certamente è stata sepolta la persona più importante, come dimostra la posizione della tomba e le sue dimensioni. In tutte le tombe, gli archeologi hanno trovato centinaia di perle, conchiglie, gioielli in rame e strumenti in selce. Nella parte superiore della collina, all’interno della cavità longitudinale, gli archeologi hanno trovato i resti di tre fucili Mauser e un cesto di vimini con delle munizioni. «Probabilmente, questo luogo è stato utilizzato come cucina da campo dai soldati della prima guerra mondiale», ritiene Wlodarczak. Sulla base di tre analisi al radiocarbonio eseguite su alcuni reperti organici, si può concludere che la struttura sia stata sollevata intorno al 2100 a.C., all’inizio della fase tardiva della prima età del bronzo. Fonte WWW.ILNAVIGATORECURIOSO.IT
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