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 Campi Flegrei ::
 
  Giovedì, 02 Giugno 2011 - 12:20 :: 103239 Letture

Campi flegrei

Tra Storia e Protostoria, Mito e Leggenda il Nostro Viaggiatore si addentra, come già Virgilio, Ulisse, Dante, in uno scenario in cui Natura ed Architettura gareggiano per lasciare un segno, come una antica cicatrice,  nell'animo del Visitatore

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Commenti
N° 814 - giuseppe ha scritto::
Ott-’15
06

Scoperta sott’acqua una città dell’Età del Bronzo in Grecia. Nel 2014, gli archeologi dell’Università di Ginevra stavano conducendo delle immersioni di esercitazione al largo della spiaggia di Lambayanna, nella baia di Kiladha in Grecia, quando avvistarono alcuni intriganti frammenti di ceramica sommersi vicino alla costa.Ma guardando più da più vicino, si accorsero di alcuni elementi architettonici, ovvero i resti di un intero insediamento sott’acqua. Ora, dopo aver condotto un’indagine completa negli ultimi mesi, i ricercatori hanno scoperto quella che sembra essere una grande città, risalente fino al 2500 a.C.L’area intorno alla baia di Kiladha è piena di insediamenti greci. Il governo greco regolamenta severamente le immersioni per prevenire i saccheggi dei siti archeologici. Il team dell’Università di Ginevra si stava allenando nella spiaggia di Lambayanna in attesa dell’autorizzazione per fare ricerche sottomarine nelle vicinanze.È stata in quella occasione che hanno avvistato i primi frammenti di ceramica. Nel luglio 2015, gli archeologi sono tornati nel sito per condurre un’indagine completa.Stando ai loro ritrovamenti, in mezzo a tutte le rovine si possono individuare diversi edifici, in un’area di 5 ettari (l’equivalente di circa 10 campi da calcio). Gli edifici sembrano essere di forma ovale o circolare, e costruiti nello stesso stile di altre civiltà dell’Età del Bronzo in Grecia. Più sorprendente, le mura della città contengono tre fondamenta a forma di ferro di cavallo – forse sono i resti di grandi torri difensive di un tipo mai scoperto finora in Grecia.Il ricercatore capo Julien Beck, docente presso l’Università di Ginevra, ha dichiarato: «L’importanza della nostra scoperta è in parte dovuta alle grandi dimensioni… Le possibilità di trovare delle tali mura sott’acqua sono estremamente basse. L’intera grandezza del sito non è ancora chiara. Non sappiamo perché fosse circondato da fortificazioni».Oltre a queste strutture, gli archeologi hanno trovato superfici lastricate che sembrano strade, oltre a una serie di oggetti di ceramica e strumenti di pietra. Queste includono lame di ossidiana che risalirebbero al periodo elladico (3200 – 2050 a.C.). In tutto, il team ha trovato oltre 6.000 oggetti collegati all’insediamento sottomarino lungo la costa, il che lo rende, secondo Beck, “un paradiso per gli archeologi”. Secondo gli esperti, mentre l’economia dell’Età del Bronzo in Grecia era principalmente agricola, ci sono tracce di avanzamenti tecnologici collegati alla metallurgia e all’estrazione mineraria. È possibile che questo nuovo sito fosse molto fortificato poiché conservava beni commerciali. A quell’epoca esistevano altre civiltà, tra cui gli antichi Egizi e i primi abitanti di Creta e Santorini. I resti sommersi ritrovati risalgono ai primi insediamenti minoici a Creta (2700-1200 a.C.), ma predatano la prima grande civiltà greca, i Micenei (1650-1100 a.C.), di circa 1000 anni.Sebbene debba essere ancora determinata la piena rilevanza della città, Beck l’ha comparata alla città di Lerna, vicino al golfo di Nauplia. Menzionata nel mito greco di Eracle (lì combatté l’idra), Lerna è stata a lungo utilizzata come punto di riferimento per i ricercatori grazie alle sue ceramiche e strutture architettoniche. Beck e colleghi non si sono arrischiati sul perché la città si trovi sul fondo del mare, sebbene le ipotesi più probabili siano l’innalzamento del livello del mare e gli spostamenti delle placche tettoniche. In nessun modo hanno invece fatto riferimenti ad Atlantide. Fonte ILFATTOSTORICO.COM
N° 815 - giuseppe ha scritto::
Ott-’15
09

Archeologia: a Cuma riportata alla luce una città di tremila anni fa. Gli archeologi dell'Orientale, sotto la guida di Matteo D'Acunto, hanno scoperto resti archeologici a Cuma risalenti a 3mila anni fa. Si tratta del ritrovamento della prima colonia greca cresciuta da queste parti: sono i progenitori di Napoli. Cibo e suppellettili. Tra i resti piu' rilevanti, un ambiente adoperato come cucina che conserva una sequenza di focolari, succedutisi nel corso del tempo: il piu' antico presenta un piano refrattario realizzato con frammenti ceramici in stile geometrico dell'ultimo quarto dell'VIII secolo avanti Cristo. Gli scavi si svolgono con il permesso della soprintendenza nel parco Archeologico di Cuma, nell'area che insiste tra il Foro e le mura settentrionali dell'antica città. Al lavoro ci sono circa cento studenti italiani e stranieri. STORIA del SITO Le più antiche testimonianze della frequentazione del sito in età preistorica e protostorica provengono dalle necropoli esplorate nel corso dell'800 dallo Stevens, i cui ricchi corredi sono stati di recente esposti nel settore topografico del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Dell’antica Cuma - la prima delle colonie di popolamento greche in Occidente, fondata ai danni delle locali popolazioni osco-sabelliche nella seconda metà dell’VIII secolo a.C. da Euboici-Calcidesi precedentemente stanziatisi nell’emporion di Pithekoussai (poi Aenaria nell’isola di Ischia) - sono attualmente visitabili l’acropoli con i Templi di Apollo e di Giove, il primo impianto dei quali risale all’età greca, e il cosiddetto "Antro della Sibilla", riferito dalla tradizione al culto oracolare di Apollo ma sorto quasi certamente per scopi difensivi. L’altra galleria, nota come Crypta Romana o "grotta di Cocceio", con la quale si collegò in età tardo-repubblicana il porto di Cuma col Portus Iulius sui laghi d’Averno e di Lucrino, al fine di potenziare militarmente la zona, è accessibile dal piazzale situato di fronte all'Antro della Sibilla e dal quale si imbocca la via Sacra, che conduce all'acropoli. Visibili da quest'ultima sono anche i resti della "città bassa", con i Templi italici del Foro ed i grandiosi ruderi di un edificio termale detto "Masseria del Gigante", l’anfiteatro di recente riportato alla luce, nonché l’"Arco Felice", impiantato sul valico che fu aperto nel monte Grillo, confine orientale della città antica, per il passaggio della antica via Domitiana. I resti di un santuario isiaco, emersi nel corso di nuove indagini archeologiche eseguite in prossimità dell’area portuale della città, attestano la diffusione del culto egiziano di Iside nell’area flegrea. Lungo la costa a nord della città, presso la collina di Torregaveta, sopravvivono, infine, i resti della sontuosa villa marittima ivi impiantata da Servilio Vatia nel I secolo d.C. Fonte DIREGIOVANI.IT
N° 869 - giuseppe ha scritto::
Nov-’15
27

GRECIA: CITTÀ DEL QUARTO SECOLO A. C. DALLE PENDICI DEL PINDO. Le rovine di un’antica città del quarto secolo a. C. sono state scoperte sul pendio del monte Pindo, a 1.200 metri di altezza. Trovati frammenti di iscrizioni presso l’area di Kastri, dove gli scavi, andati avanti in maniera sistematica, hanno portato alla luce l’acropoli. Oltre ai resti di questa, ritrovate monete, ceramiche, e vari oggetti metallici. Fonte ANTICAE VIAE CLASSICULT.IT
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