Menu principale



Preview Foto



Articoli inseriti



Login utente

Utente
Password
Ricordami

Non hai ancora un profilo? Puoi crearne uno cliccando qui.



Lista utenti


riservato ad utenti registrati


Cerca



On-line

Abbiamo
9 ospiti e
0 utenti online

Sei un utente non registrato. Puoi fare il login qui o puoi registrarti cliccando qui.



 




 Miti dei Popoli Italici ... ::
 
  Domenica, 17 Febbraio 2013 - 01:10 :: 155877 Letture

MITI DEI POPOLI ITALICI: VIAGGIO TRA RIETI, CITTADUCALE ED AMITERNUM. I LUOGHI DELLE ORIGINI SABINE E DI SAN VITTORINO.
 
Clicca qui





Share |

 
 

Commenti
N° 1796 - giuseppe ha scritto::
Apr-’18
01

CIBI DALL'ANTICHITA': LA PASTIERA Nella preparazione e nella storia di questo dolce tradizionale, a sua volta derivato da dolci antichissimi, si in- crociano abilità dolciaria, religiosi- tà, storia, mitologia, a cominciare proprio dai suoi ingredienti principa- li: grano e ricotta. E' piuttosto nota la simbologia della spiga di grano come principio di vita: il chicco di grano che viene sepolto nella terra e germoglia passa come sim- bolo di rinascita sia nelle religioni pagane che in quella cristiana. La corrispondenza temporale della festività cristiana della resurrezione di Cristo con le festività pagane legate al culto della Madre Terra, alla rina- scita della natura in primavera, è ben simboleggiata dal chicco di grano. Quanto alla ricotta, è un prodotto del- l'arte casearia dei pastori, arte fra le più antiche, che precede l'agricol- tura e che, secondo il mito, viene in- segnata all'uomo dagli dei. Per trovare l'antenata della pastiera possiamo andare nell'antica Roma e lì troviamo una ricetta riportata da Api- cio, grande gastronomo dell'antichità, di un dolce a base di grano, formaggio fresco, miele e uova. Ma sarà soltanto molti secoli dopo che si profilerà quella che ancora si tra- manda come ricetta della tradizionale pastiera, ad opera delle suore del con- vento di San Gregorio Armeno. Fonte RAI
N° 1802 - giuseppe ha scritto::
Apr-’18
08

CIBI DALL'ANTICHITA' Maiale nero casertano Della razza cui appartiene il maiale nero casertano si ha già una descrizio ne del latino Columella. Deriverebbe direttamente da un antenato identifica to nel suino di ceppo romanico presente dalla Spagna alla Grecia, passando per il Nordafrica, in tutto il bacino medi- terraneo. Da esso si sarebbero differenziate va rie razze attuali come, appunto, il ca sertano, il suino iberico ecc. Il maiale nero casertano è presente da tempo immemorabile in un territorio ben definito del Garigliano e Volturno, dal litorale tirrenico dell'area di Gaeta, all'area di Piedimonte Matese, a Pie tramelara, a Caserta, a Sora, al confi ne laziale ed a Cervaro sul confine mo lisano. L'area è la stessa che vede a tuttoggi la presenza di allevamenti di questa razza. All'inizio del 1900 l'allevamento del maiale nero casertano era uno dei più importanti in Italia, contando centi naia di migliaia di esemplari. Il lavo ro di catalogazione della razza venne interrotto dalla guerra e molto bestia me fu razziato. Parte si salvò perchè gli allevatori lo nascosero in montagna nei boschi e nel le grotte ed è grazie ai soggetti sal vati se oggi la produzione è ancora presente. Fonte RAI
N° 1808 - giuseppe ha scritto::
Apr-’18
16

CIBI DALL'ANTICHITA' Olio Colline Salernitane In un habitat ideale per l'ulivicoltura che qui ha una tradizione antichissima, si produce un olio che si è guadagnato la Dop Olio extravergine di oliva Col- line Salernitane. Nella zona ci sono località come Oli- vella, Ogliara, ed altre con toponimi di derivazione olivicola, che fanno ca- pire quanto antica sia la coltura dell' ulivo nel fertile territorio salernita- no. Nel territorio salernitano l'ulivo ven- ne introdotto dai coloni giunti dalla Grecia ed i Romani poi ne incrementaro- no la coltura e la migliorarono. Testimonianza del radicamento dell'uli- vo nel territorio è la grande varietà di cultivar autoctone: la Rotondella, la Carpellese o Nostrale che insieme alla varietà Frantoio è la base dell'o- lio Colline Salernitane DOP. Presenti anche l'Ogliarola e il Leccino. Il territorio di questa DOP è quello degli Alburni e della Valle del Calore, dell'Alto e Medio Sele, dei Monti Pia- centini e della costiera Amalfitana, della Valle del Diavolo e delle colline del Tanagro. L'olio che si produce in questa area dalle varietà autoctone dà un olio dai riflessi giallo-verdi, dal profumo in- tenso e fruttato, dall'aroma fruttato, dal retrogusto amarognolo, piccante, con note erbacee. Fonte RAI
Stampa tutti i commenti
Pagina precedente Prossima pagina
Spiacenti, ma solo gli utenti registrati possono pubblicare dei commenti
Non sei ancora registrato?
La registrazione è gratuita e necessita solo di qualche minuto.
Per altre informazioni cliccate qui -Password dimenticata? cliccate qui.





Sito ufficiale. Tutti i diritti sono riservati. Tutto il materiale puo essere utilizzato specificandone la fonte di prevenienza.

Per contatti : info@cuoresannita.it