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 Miti dei Popoli Italici ... ::
 
  Domenica, 17 Febbraio 2013 - 01:10 :: 155903 Letture

MITI DEI POPOLI ITALICI: VIAGGIO TRA RIETI, CITTADUCALE ED AMITERNUM. I LUOGHI DELLE ORIGINI SABINE E DI SAN VITTORINO.
 
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Commenti
N° 370 - giuseppe ha scritto::
Ago-’14
22

Curiosità dall'Antichità! Esiste la rappresentazione di una Venere davvero speciale, che probabilmente avrebbe fatto arrossire le nostre nonne, ma che era molto apprezzata in epoca ellenistica e poi a Roma. E' possibile ammirarla al Museo Archeologico Nazionale di Napoli dove è conservata una statua frequentemente additata come la massima espressione della sensualità dell’arte scolpita nel marmo. Si tratta della Venere Callipigia e la sua sensualità non si fonda di certo nella profondità dello sguardo ma molto più probabilmente nelle morbide forme del suo “lato B”, al punto da determinarne il nome artistico di “callipigia”, che in greco antico sta a significare, per l’appunto, “dalle belle natiche”, spiegazione etimologica fondata su kalòs=bello e pygos= natica. Capolavoro di età adrianea, questa scultura di Afrodite fu rinvenuta nei pressi della Domus Aurea e collocata presso il Palazzo Farnese, al centro della Sala dei Filosofi, quale emblema icastico dell’ideale di bellezza classica. La dea/fanciulla sembra fermata nell’atto di fare il bagno, quasi intenta a contemplare, compiaciuta, le proprie grazie; infatti solleva il suo peplo per scoprire i fianchi e le natiche e volgere lo sguardo dietro le spalle per osservarli, in un rituale femminile conosciuto come anasyrma. Parzialmente restaurata la scultura dalla chioma riccioluta ha proprio nelle natiche, cariche di emotività erotica il punto di attenzione dell’osservatore; il morbido panneggio, scoperto e rialzato sulla parte posteriore dal movimento della mano sinistra, impreziosisce l’opera, forse originariamente posta a decorazione di un tempio o di un ninfeo. Fonte Archeo Mag
N° 372 - giuseppe ha scritto::
Set-’14
01

Torralba (SS), Nuraghe Santu Antine. Il complesso monumentale del Santu Antine di Torralba, indagato a partire dagli anni Trenta, ad opera di Antonio Taramelli, è stato oggetto di numerose indagini e restauri che ne hanno evidenziato le peculiarità architettoniche e la storia, segnata dal ruolo strategico svolto dal monumento nel territorio. In uso già dal Bronzo Medio, il nuraghe è un trilobato, con mastio centrale munito di un corridoio anulare nel piano terra e tre torri raccordate dal bastione. Le imponenti ogive che chiudono corridoi e camera, la tecnica muraria a secco, esemplificativa dell'abilità raggiunta dalle maestranze, lo stato di conservazione della torre centrale, che svetta per oltre 17 metri, rendono questo nuraghe uno dei più suggestivi e affascinanti. Le indagini più recenti hanno evidenziato gli allestimenti atti a garantire il regolare deflusso delle acque ed evitare ristagni, e l'esistenza di due pozzi (nella torre centrale e nella torre nord), oltre a quello già noto del cortile. Il pozzo della torre Nord, dopo un lungo periodo di utilizzo per l’approvvigionamento idrico, viene, tra la fine dell’età del Bronzo e gli inizi dell’età del Ferro, sacralizzato come sembra indicare il vaso rinvenuto in fondo al pozzo, la cui forma, assolutamente unica, suggerisce una funzione cultuale.Il vaso, di recente scoperta, è esposto alla mostra "L' Isola delle Torri" fino al 30 settembre 2014. Mibact Sardegna
N° 374 - giuseppe ha scritto::
Set-’14
03

AtcheoTravel! Le rovine della città di Euromos si trovano all'interno di un oliveto,vicino alla strada principale tra Milas ed il lago Bafa (Latmo). Dalla strada si intravedono le colonne del tempio di Zeus,e avvicinandosi si scopre che il sito non è recintato e che è possibile fare una romantica sosta fra le sue rovine! Il tempio di epoca Adriana,è uno dei meglio mantenuto tempi di Turchia: ne rimangono ben sedici colonne. La città antica si situa sulla collina al nord del tempio. Era un centro urbano importante nella regione che controllava la pianura identificata come " l ' Euromos".
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