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 Miti dei Popoli Italici ... ::
 
  Domenica, 17 Febbraio 2013 - 01:10 :: 155902 Letture

MITI DEI POPOLI ITALICI: VIAGGIO TRA RIETI, CITTADUCALE ED AMITERNUM. I LUOGHI DELLE ORIGINI SABINE E DI SAN VITTORINO.
 
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Commenti
N° 520 - giuseppe ha scritto::
Gen-’15
28

Curiosità dall'Antichità! Esiste una tipologia ceramica molto particolare, riconoscibile con straordinaria facilità già al momento del rinvenimento. Lo spessore, il colore la consistenza, la distinguono oggi, come un tempo dalle altre produzioni ceramiche. Stiamo parlando della ceramica sigillata, una tipologia di ceramica fine da mensa, dunque destinata ad essere utilizzata durante i pasti, un pò come i nostri servizi "buoni" da tavola. Era molto diffusa nell'antichità romana, in particolare sulle tavole dei ceti alti. La maggior parte dei rinvenimenti provenienti da contesti romani, appartengono alla tipologia definita Sigillata Italia. Dove sigillata si riferisce al "sigillum", diminutivo di signum,aggettivo riferito ai sigilli impressi sulle pareti di tali oggetti che riportavano il nome del fabbricante, e Italica, in riferimento ad una produzione di origine italica (talvolta riferibile alla prima produzione, quella aretina, dato che Arezzo ne fu il più antico e principale centro di produzione) La sua caratteristica principale è l'impasto omogeneo e depurato, una vernice rossa, più o meno chiara e la decorazione a rilievo, modellata, impressa o applicata. La cosiddetta "vernice" si realizza attraverso la decantazione dell'argilla in acqua a cui viene aggiunto un elemento flocculante che facilita la precipitazione del calcare sul fondo e la sospensione delle particelle di feldspato, che costituiscono l'elemento "vetrificante" dell'argilla. Il colore del vaso finito dipende oltre che dal colore della vernice, anche dalle tecniche di cottura che possono essere con buona ossigenazione, favorendo quindi una colorazione rossa, oppure a riduzione di ossigeno, regolando il flusso dell'aria che viene introdotta nel forno e realizzando un nero dai riflessi metallici. La maggior fortuna e diffusione è attestata durante l'epoca augustea. La massima fioritura della produzione aretina va dalla metà del I secolo a.C. alla metà del I secolo d.C. In seguito le fabbriche di Arezzo vennero soppiantate da quelle concorrenti e imitatrici della val Padana e della Gallia (terra sigillata tardo-italica e sud-gallica). Nel II secolo poi, a partire dall'età flavia, esse vennero a loro volta superate dalle fabbriche nordafricane (terra sigillata chiare o africana), di colore rosso-arancio o rosso-bruno, prive delle decorazioni con stampi a matrice. La produzione africana durò fino al VII secolo. I frammenti di ceramica sigillata, facilmente riconoscibili e databili, costituiscono utilissimi "fossili guida" per la datazione delle stratigrafie negli scavi archeologici. L'ampia diffusione di questa ceramica e la sua produzione per l'esportazione organizzata da veri e propri imprenditori, e la possibilità di conoscerne i nomi e la posizione sociale per mezzo dei bolli impressi sui vasi, hanno avuto grande importanza per la conoscenza dell'economia antica. Tra le scene figurate spiccano quelle di vendemmia, di thiasos dionisiache, di scene erotiche, mitologiche e di allusioni a fatti contemporanei. Spesso poi la figura umana, come nella coeva toreutica e glittica, è solo un pretesto per comporre raffinati motivi decorativi, dove un elemento figurato è ripetuto intervallandolo con racemi filiformi ed elementi vegetali classicisti. Fonte Archeo Mag
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