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 Miti dei Popoli Italici ... ::
 
  Domenica, 17 Febbraio 2013 - 01:10 :: 156362 Letture

MITI DEI POPOLI ITALICI: VIAGGIO TRA RIETI, CITTADUCALE ED AMITERNUM. I LUOGHI DELLE ORIGINI SABINE E DI SAN VITTORINO.
 
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Commenti
N° 813 - giuseppe ha scritto::
Ott-’15
06

Napoli, l'acquedotto romano di epoca augustea nel cuore della Sanità. La scoperta, nata per caso nel 2011, grazie alle associazioni "Vergini Sanità", "Celanapoli" e "Riformisti nel Mezzogiorno". Un pezzo dell'acquedotto romano del Serino riemerge dall'oblio in un seminterrato dei Vergini, nel rione Sanità. Una scoperta eccezionale fatta per puro caso: un gruppo di associazioni del territorio ha individuato la traccia dell'imponente opera d'età augustea che corre dalle fonti del Serino alla piscina Mirabilis a Bacoli. E ora punta all'apertura al pubblico. I fatti. Nel 2011, Ciro Galiano dell'associazione "Riformisti nel Mezzogiorno" fa un sopralluogo in un terraneo di Palazzo Peschici- Maresca in via Arena alla Sanità per conto dei proprietari, l'Arciconfraternita dei Pellegrini. L'uomo nota un cedimento nel solaio che mostra una ghiera ad arco. Incuriosito, scende con altre associazioni nel seminterrato e si ritrova davanti a due costruzioni maestose: due serie di archi e piloni di diversa fattura su cui poggiano le fondamenta del palazzo. Sono pezzi dell'acquedotto romano perfettamente conservati ma serviranno quattro anni di ricerche per capirlo. Si innesca una sinergia tra architetti, ingegneri e docenti per dare un nome alla scoperta. Le associazioni "Vergini Sanità", "Celanapoli" e "Riformisti nel Mezzogiorno" informano la Soprintendenza e affittano il seminterrato. I volontari si fanno spazio tra materiali di risulta e mattonelle di inizio Novecento lasciate da un ferramenta. E solo pochi mesi fa la scoperta. I luoghi sono intatti. Lungo i muri corre un impianto elettrico che rivela l'uso come rifugio antiaereo. A destra delle scale si vede un'arcata di età augustea realizzata con tegole, simile a quella presente ai Ponti Rossi. In fondo sulla sinistra ci sono gli archi in laterizio, di epoca successiva. Sopra, il canale di scorrimento. "Il doppio ramo dell'acquedotto spiega Giuseppe Camodeca, docente di Storia romana all'Orientale - potrebbe essere un bypass realizzato in seguito a un danneggiamento ". Le arcate sono parallele per un tratto. "L'acquedotto si è salvato perché sommerso da materiale alluvionale e inglobato nelle fondamenta del palazzo ", aggiunge Francesco Colussi di Celanapoli dopo l'incontro moderato da Giuliana Covella. L'opera attraversa due ipogei ellenistici nell'area di Palazzo Traetta. "La scoperta testimonia il punto d'attraversamento della città e segna il riscatto di un rione ricco di archeologia e monumenti - osserva Carlo Leggieri di Celanapoli - Dopo i tentativi di coinvolgere le amministrazioni abbiamo proceduto da soli, serve l'aiuto di pubblici e privati". L'obiettivo è "incrementare percorsi turistici - conclude Pippo Pirozzi di Vergini Sanità - Aprire il rione alla città ". Per la Soprintendenza, dichiara il funzionario Enrico Stanco, "è una scoperta eccezionale". Fonte R.it
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