NORCHIA, GLI ETRUSCHI E LE NECROPOLI RUPESTRI.
Non è noto il nome antico della cittadina etrusca ma non poteva discostarsi molto dalla forma ORCLA/ORCLAE, attestata a partire da un documento del 775 dC. Norchia era ubicata su di un lungo pianoro dalle pareti scoscese alla confluenza dei corsi d’acqua Pile e Acqualta nel fiume Biedano. Essa sorgeva lungo il tracciato dell’antica Via Clodia la quale, dopo averla attraversata proseguiva verso Tuscania con un suggestivo percorso scavato tra alte pareti di tufo (detto Cava Buia).
Le prime testimonianze di frequentazioni umane del sito risalgono all’età del Bronzo e, proseguono, anche se in numero meno consistente, in epoca arcaica (VI e V sec. a.C.), mentre il periodo di maggior sviluppo del centro, attestato dalle scenografiche necropoli rupestri, è da collocare tra la fine del IV e la metà del II sec. a.C.
Naturalmente difesa da più lati, la città presentava un unico punto debole che gli Etruschi difesero con lo scavo di un imponente fossa, superiormente rinforzato coun un muro a blocchi interrotto in corrispondenza di un accesso al pianoro abitativo.
Gravitante nella sfera d’influenza di Tarquinia, Norchia non ebbe mai un suo ruolo autonomo, dovendo la sua importanza unicamente alla dislocazione topografica. In età romana la vita del centro dovette essere assai modesta, mentre un certo risveglio si coglie solo con il periodo medievale, del quale restano imponenti ruderi.
LE NECROPOLI RUPESTRI.
Con le sue necropoli Norchia costituisce l’esempio più significativo di architettura funeraria rupestre di età ellenistica (IV-II sec. a.C.). Le tombe presenti in numero elevato e con una varietà tipologica molto ampia, si dispongono tutto intorno alla città, lungo le vallate dei fossi, in perfetta sintonia col paesaggio. Si tratta di tombe a facciata rupestre dislocate su più terrazze collegate da stretti sentieri; nella terrazza superiore trovano posto le tombe monumentali con facciata a due piani, mentre in quella inferiore si dispongono quelle più modeste. Non v’è dubbio che la realizzazione di questi sepolcri risponda al preciso desiderio di un committenza , questo caso aristocratica-agraria, di esibire pubblicamente il proprio status sociale.
Fonte Antiche Viae
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NORCHIA, GLI ETRUSCHI E LE NECROPOLI RUPESTRI. Non è noto il nome antico della cittadina etrusca ma non poteva discostarsi molto dalla forma ORCLA/ORCLAE, attestata a partire da un documento del 775 dC. Norchia era ubicata su di un lungo pianoro dalle pareti scoscese alla confluenza dei corsi d’acqua Pile e Acqualta nel fiume Biedano. Essa sorgeva lungo il tracciato dell’antica Via Clodia la quale, dopo averla attraversata proseguiva verso Tuscania con un suggestivo percorso scavato tra alte pareti di tufo (detto Cava Buia). Le prime testimonianze di frequentazioni umane del sito risalgono all’età del Bronzo e, proseguono, anche se in numero meno consistente, in epoca arcaica (VI e V sec. a.C.), mentre il periodo di maggior sviluppo del centro, attestato dalle scenografiche necropoli rupestri, è da collocare tra la fine del IV e la metà del II sec. a.C. Naturalmente difesa da più lati, la città presentava un unico punto debole che gli Etruschi difesero con lo scavo di un imponente fossa, superiormente rinforzato coun un muro a blocchi interrotto in corrispondenza di un accesso al pianoro abitativo. Gravitante nella sfera d’influenza di Tarquinia, Norchia non ebbe mai un suo ruolo autonomo, dovendo la sua importanza unicamente alla dislocazione topografica. In età romana la vita del centro dovette essere assai modesta, mentre un certo risveglio si coglie solo con il periodo medievale, del quale restano imponenti ruderi. LE NECROPOLI RUPESTRI. Con le sue necropoli Norchia costituisce l’esempio più significativo di architettura funeraria rupestre di età ellenistica (IV-II sec. a.C.). Le tombe presenti in numero elevato e con una varietà tipologica molto ampia, si dispongono tutto intorno alla città, lungo le vallate dei fossi, in perfetta sintonia col paesaggio. Si tratta di tombe a facciata rupestre dislocate su più terrazze collegate da stretti sentieri; nella terrazza superiore trovano posto le tombe monumentali con facciata a due piani, mentre in quella inferiore si dispongono quelle più modeste. Non v’è dubbio che la realizzazione di questi sepolcri risponda al preciso desiderio di un committenza , questo caso aristocratica-agraria, di esibire pubblicamente il proprio status sociale. Fonte Antiche Viae
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